Agosto è per molti sinonimo di vacanze: c'è chi ama la montagna, chi ama il mare, chi decide di trascorrere il suo tempo libero in campagna o al lago... E poi c'è chi preferisce un fresco brivido di mistero!
Se siete a caccia di alberghi infestati non potete assolutamente perdervi il castello di Torre Alfina, frazione del borgo di Acquapendente, in provincia di Viterbo. I posti sono limitati e, solitamente, riservati ad eventi speciali (matrimoni, eventi culturali, ecc.) quindi scegliete la giusta occasione!
Costruito nel VIII secolo dai Longobardi, vanta tra i suoi illustri proprietari i Monaldeschi di Orvieto, il Marchese Bourbon del Monte e i Cahen del Belgio, questi ultimi fautori della completa ristrutturazione della dimora così come la vediamo ai giorni nostri.
Impreziosito da sale riccamente decorate, circondato da uno splendido prato all'inglese e a pochi passi dal Bosco del Sasseto, pare proprio uscito da una fiaba! Cosa potrebbe mai andare storto in un luogo simile? I medesimi pensieri se li sarà fatti anche quella copia di giovani sposi che, non troppo tempo fa, è stata testimone di un fatto curioso. "Proprio mentre un membro dello staff si accingeva ad aprire la porta della stanza a loro destinata, un presepe con una pesantissima campana in vetro sopra si è mosso di circa 20 centimetri cadendo rovinosamente a terra." (La Repubblica, 23-05-2022)
Non si tratta di un evento isolato: già da tempo si parla di due presenze che di umano hanno solamente le forme: una dama misteriosa, avvistata sulla scalinata principale e nei pressi di una statua posta al pian terreno, ed un certo Generoso, considerato l'attrazione principale del brogo sebbene nessuno lo abbia mai effettivamente visto in volto... O quel che ne rimane, insomma.
In paese lo chiamano anche Castello delle Streghe: come per magia, infatti, da qualsiasi puinto del borgo lo si voglia guardare, la torre resta sempre ben visibile.
I misteri, però, non finiscono qui. Una mattina dell'autunno del 2021 sono state rinvenute orme sconosciute a partire dall'esterno del prato fino al raggiungemnto della parte centrale dello stesso. Per ben sette mesi in quei punti non è cresciuto nulla, e solo in un secondo momento ha iniziato ad apparire del muschio.
Sale grosso, pesticidi, candeggina: di ipotesi ne son state fatte a bizzeffe ed è stato "scomodato" addirittura un gruppo di ghost hunters di Roma che non è venuto a capo del mistero ma ha scoperto qualcos'altro di molto interessante: grazie ad una termocamera è stata fotografata un'alterazione termica su un'antica sedia, come se qualcuno vi fosse stato seduto sopra di recente. Appurato che non è il materiale ad emettere calore e che nessuno si era ancora avvicinato allo scranno, l'anomalia è decisamente curiosa.
Non mancano le storie legate al circostante Bosco del Sasseto. Le leggende locali narrano di un licantropo che vi si rifugiava nottetempo per abbeverarsi alla sorgente. Approfittando dell'aspetto fiabesco del bosco, il regista Matteo Garrone ha girato proprio al suo interno parte del film "Il racconto dei racconti", ispirato al celebre "Lo cunto de li cunti" di Basile.
Questa particolare formazione del bosco è dovuta alla presenza di rocce vulcaniche ricoperte da muschi centenari e a varie specie di piante che, solitamente, hanno dimora in luoghi e climi differenti come ad esempio il carpino nero e il leccio.
Il Marchese Edoardo Cahen scelse il bosco come sua ultima dimora: fece infatti costruire al suo interno un mausoleo nel quale ebbe il desiderio di far seppellire le sue spoglie. Il suo riposo venne purtroppo disturbato nel 2011 quando il sarcofago fu depredato. Qualcuno dice che sulla famiglia Cahen gravi una maledizione e che tale episodio ne sia una triste parte.
Tutte le fotografie sono state tratte dalla pagina Facebook e dal sito https://www.castellotorrealfina.it/